L'Archivio Savardo raccoglie al suo interno gli archivi di alcune famiglie di grande rilievo nella storia vicentina e della Repubblica Veneta: il Fondo Savardo (inizi 1800-1960), il Fondo Monza (1266-1817), il Fondo Porto-Barbaran (XIX sec.), il Fondo Gonzati (XX sec.), il Fondo Trento Zuglian (XVI-XVII sec.), il Fondo Capra (1322-1835); il Fondo Mocenigo (XIX sec). L'Archivio comprende documenti pergamenacei, testi manoscritti, libri di conti, registri, lettere d’interesse pubblico e privato, volumi a stampa, archivi fotografici, opere d’arte grafica e pittorica.
La famiglia Capra era originaria di Vicenza, ma nel '600, dato che aveva interessi in varie parti del territorio, si trasferì a Marano Vicentino, in una zona ricca di acqua. Qui la famiglia disponeva di diverse ruote da mulino. La documentazione, solo parzialmente riordinata, comprende: Istromenti, Processi e Libri di Conto (libri delle fabbriche di panni di lana) per il periodo XIV-XIX sec. Molto consistente è il numero di pergamene e quello dei processi. Manca il Catastico (vi è solo l’indice alfabetico dei luoghi e dei nomi del Catastico). Le carte della famiglia sono state trasmesse ai Savardo dopo il 1837, anno in cui morì Felicita Savardo Capra, zia di Bernardino Savardo. Inventario Fondo Capra
L’archivio Gonzati è composto dalle carte di Francesca Da Porto-Gonzati e della famiglia del marito, Giacomo Gonzati. Tutti i documenti ci sono prevenuti insieme al fondo Savardo. La documentazione si riferisce al periodo di tempo compreso tra il 1740 circa e il 1915 e si compone essenzialmente di carte e registri manoscritti. Inventario Fondo Gonzati
La famiglia Mocenigo è di origine veneziana, ma le carte qui raccolte riguardano solo uno dei componenti della famiglia: Cornelia Mocenigo in Savardo, moglie di Pietro Savardo.
Il fondo Mocenigo è lungo circa 40 cm lineari e consta principalmente di documenti prodotti successivamente al 1859, anno in cui Alvise Ottaviano Mocenigo, padre di Cornelia, morì lasciando il suo patrimonio alle due figlie Cornelia e Vittoria.
Al momento del riordino, lo stato di conservazione delle carte è apparso sufficientemente buono, anche se diversi pezzi evidenziavano chiari segni di danni arrecati da topi e da umidità. Non vi erano segni di ordinamento o di inventariazione originaria delle carte. Tra i documenti vi sono diversi libretti a stampa e celebrativi, atti relativi alla vertenza ereditaria paterna e alcune stampe artistiche. Inventario Fondo Mocenigo
Il fondo Monza comprende le carte prodotte e ricevute dalla famiglia Monza dal '400 fino al primo decennio del 1800, più precisamente, le carte di due rami diversi della famiglia: quello di Gaspare Monza e quello di Gabardo. Si tratta complessivamente di circa 15 metri lineari di documentazione pervenuta all'Istituto in modo disordinato. Solo le pergamene erano state riordinate secondo criterio storico, ovvero secondo quanto stabilito dai Catastici (in mazzi e in ordine cronologico all'interno di essi). Infatti il fondo Monza è corredato da diversi strumenti: due catastici (compilati nei primi anni del 1700) e alcuni indici per la consultazione delle carte.
Oltre al settore degli Istromenti, molto consistente è anche quello dei Processi (vi è una piccola raccolta di processi criminali in cui i Monza sono stati parti in causa) e soprattutto dei Libri contabili. All'interno di quest'ultimo gruppo vi sono degli esempi di libri di famiglia, in primis quelli compilati da Fabio Monza. In essi oltre a annotazioni di carattere contabile, ne ritroviamo anche di natura prettamente familiare (notizie sui figli, sugli incontri, sugli avvenimenti più importanti della vita cittadina) o personale.
La famiglia Monza era una nobile famiglia vicentina che, oltre ad avere consistenti beni patrimoniali in città, era proprietaria di vasti terreni coltivati a Dueville e a Breganze. Le carte che riguardano la gestione amministrativa delle proprietà immobiliari e agrarie della famiglia (scodaroli, libri dei fitti, libri spese, libri di campagna) sono numerose, così come quelle relative agli incarichi pubblici ricoperti da alcuni membri (Ottaviano fu Provveditore alla Sanità; Fabio Monza rettore di Terraferma).
La famiglia Monza, nel corso di questi secoli, ha risieduto tra la casa di Vicenza e quella di Breganze. L’ultimo discendente del ramo Gabardo, Ottaviano Monza, alla sua morte lasciò erede di tutto il patrimonio la sorella Lucrezia Monza Porto (1821).
Inventario Fondo Monza
Il fondo Porto Barbaran comprende le carte prodotte e ricevute dalla famiglia Porto Barbaran tra la fine del 1700 e la fine del 1800.
La famiglia Porto Barbaran era una nobile famiglia vicentina che, oltre ad avere consistenti beni patrimoniali in città, era proprietaria di vasti terreni coltivati a Brendola e, in seguito all’eredità Monza, a Breganze. Fu proprio in quest’ultima località e in particolare nella villa, che fu prima dei Monza e successivamente dei Gonzati, che l’intero archivio di famiglia fu conservato fino a quando non venne trasferito dalle suore.
I documenti riguardano la gestione amministrativa delle proprietà immobiliari e agrarie della famiglia, ma anche gli incarichi pubblici ricoperti da alcuni membri (i Porto erano i patroni dell’Ospedale degli Esposti), le relazioni e la corrispondenza personali, l’istruzione scolastica e le vertenze giuridiche.
Alla fine del ‘700 Luigi Porto Barbaran sposa Laura Monza, cugina e unica erede di Ottaviano Monza, ultimo discendente dell’importante famiglia vicentina che aveva in Breganze molti possedimenti. Dall’unione matrimoniale Monza Porto-Barbaran nascono due figli: Gabriele e Antonio. Gabriele, sposatosi con Angela Breganze e acquisita l’eredità materna, diventa un attivo imprenditore agrario nella zona breganzese, ma anche un importante personaggio della vita pubblica vicentina, ricoprendo il ruolo di patrono dell’Ospedale degli Esposti. Alla sua morte gli succede il figlio Ottaviano che continuerà l'opera paterna e che alla morte lascia l'intera sostanza alle sorelle Francesca (sposata con Giacomo Gonzati) e Laura (sposata con Mocenigo).
Inventario Fondo Porto-Barbaran
Il fondo Savardo consta di circa 5 metri lineari di documentazione prodotta dalla famiglia Savardo tra la metà dell’800 e il 1960 circa. La famiglia, originaria e residente a Marano Vicentino fino al 1918, si trasferì a Breganze nella villa ricevuta in eredità da Francesca Gonzati. L'ultimo discendente della famiglia, Pietro q. Ricciotti Savardo, lasciò alla sua morte (1970) l'intero patrimonio, compresa la casa di Breganze, alle Suore Orsoline del S. Cuore, attuali proprietarie dell’Archivio.
La documentazione pervenuta si presenta in stato di conservazione buono, ma alcuni pezzi evidenziavano danni meccanici piuttosto gravi.
Le carte presenti in questo fondo sono di natura privata (corrispondenza professionale e personale), ma anche giuridico-contabile (libri di conto, contratti, ecc.). Molto ricco è anche l'archivio fotografico, che comprende circa 300 vetrini (conservati nelle scatoline originali) prodotti da Dino Savardo (1870-1938) e da Ricciotti nel corso dei loro viaggi (fine '800, primi '900) in Europa e in Egitto o nella loro casa di Breganze. Dino Savardo ha inoltre lasciato diversi schizzi, stampe e disegni, data la sua passione per l’arte.
Inventario Fondo Savardo
La famiglia Zuglian Trenti era originaria di Zugliano, dove aveva numerosi possedimenti e diritti di sfruttamento delle acque dell'Astico. Le carte a noi pervenute riguardano essenzialmente questioni legali e patrimoniali, legate soprattutto a cause per eredità con numerose famiglie del territorio pedemontano. La documentazione disponibile è pervenuta a noi, probabilmente, attraverso la fusione con l’archivio della famiglia Porto Barbaran. Inventario Fondo Zuglian Trenti