La nostra Fondazione ha da tempo posto una particolare attenzione allo studio della montagna e delle sue genti, consapevoli della sfida che attende Istituzioni, enti locali, Comunità montane, Centri di ricerca, nell’affrontare quello che appare un punto di svolta, accelerato, in alcuni territori, dalla Tempesta Vaia dell’ottobre del 2019, dalla problematica del “Bostrico” e naturalmente dalla pandemia, vissuta in queste zone in maniera totalmente diversa da quelle dei centri urbani di pianura.
Da alcuni anni, infatti, si assiste ad un fenomeno di ripopolazione, specie da parte dei giovani, di alcune zone montane abbandonate in passato e segnate da un inevitabile declino. Il disastro ambientale di Vaia, se da un lato ha procurato danni enormi all’ambiente, dall’altro ha calamitato un’attenzione verso le zone montane, non solo quelle colpite, mai prima d’ora verificatasi. Con essa sono giunti anche Fondi economici speciali che, se uniti ai potenziali progetti sviluppabili grazie al Pnrr, offrono opportunità di crescita fino ad ora impensabili.
A tale scopo la nostra attenzione è stata posta sullo studio delle montagne venete (Lessinia, Altopiano dei Sette Comuni, Grappa, Feltrino e Bellunese) in età moderna e contemporanea, anche in seguito al riconoscimento scientifico che è venuto dalla Regione del Veneto (Direzione Beni, Attività culturali e Sport) e all’apprezzamento manifestato da numerosi studiosi accademici, docenti e imprenditori.
Con il “Progetto Montagna”, abbiamo voluto spingere ancor più il piede sull’acceleratore e grazie al finanziamento ottenuto nell'ambito dell'accordo tra Presidenza del Consiglio dei ministri e Regione del Veneto per la valorizzazione dei territori colpiti da Vaia, abbiamo posto in essere una serie di iniziative a 360° che si è tradotto nell’organizzazione di convegni e seminari di studio e nell’avvio di un piano editoriale di grande impegno.
Con l’apporto di storici, geografi, giuristi, politologi, sociologi e demografi e la collaborazione di associazioni e istituzioni di prossimità, la Fondazione è assiduamente impegnata ad analizzare – comunque sempre in una prospettiva multidisciplinare – l’“universo montano” nelle sue molteplici articolazioni: acque, agricoltura, alpinismo, confini, economia e qualità di vita, evoluzione delle foreste, identità vecchie e nuove, istituzioni locali, parchi e aree naturali, politica e comunità, proprietà collettive e usi civici, religione popolare e cultura devozionale, turismo. Questi filoni, pur numerosi, non esauriscono la complessità della realtà montana, che deve confrontarsi con ricerche sempre in progress, da sviluppare e approfondire con adeguati strumenti di comunicazione, al fine di divulgare nuovi saperi e – ponendoci su un piano diverso – di elaborare materiale didattico e documentale per il mondo della cultura, per quanti operano nell’intera filiera della conoscenza e per quanti ne sono fruitori..
Photo: Filippo Menegatti